Estate, tempo di caffè freddo e shakerato. Come si può distinguere il proprio bar con questo tipo di offerta?
Tempo d’estate, per la nostra scuola di caffè, vuol dire più stranieri che prendono parte ai nostri corsi e più attenzione alle preparazioni fredde come i caffè shakerati o i cappuccini freddi. Le due cose sono correlate. I molti stranieri che vengono a visitare l’Italia durante le vacanze, e colgono l’occasione per conoscere il caffè Italiano, arrivano da noi per capire come si fa il cappuccino e come si fa la Latte art, ma finiscono per rimanere affascinati dalle declinazioni dell’espresso freddo e soprattutto del caffè shakerato, che all’estero praticamente non esiste.
Come preparare il caffè shakerato lo avevamo descritto in un vecchio post, ma anche in questo settore le proposte si allargano e si differenziano, e ci sono ormai alcuni locali che hanno un vero e proprio menù dei caffè shakerati, come quello che vedete nella foto sotto, e spulciando questi menù, con quali idee si può costruire una serie di proposte basate sul caffè freddo?
Il primo segmento in cui ci si può differenziare sono i caffè shakerati con base alcolica o aromatica. Per realizzarli si mette nello shaker l’espresso e, al posto dello zucchero liquido, si aggiunge da 10 a 20 ml (in relazione alla quantità di caffè, diciamo 10ml per un flute e 20ml per una coppetta da doppio martini) di grappa, o sambuca, o Baileys, o amaretto, oppure basi analcoliche, come gli sciroppi alla vaniglia, alla nocciola e perfino al cocco, e non manca chi mixa il caffè shakerato con il mirto o il latte di mandorla!
Un altra tipologia di caffè shakerati, magari meno conosciuta dalla clientela ma sicuramente capace di distinguere profondamente il bar che lo propone, sono i caffè shakerati realizzati con miscele diverse.
In questo senso c’è da dire che miscele con molta arabica sono particolarmente indicate per preparazioni, come lo shakerato, che sicuramente privilegiano la sensazione di profumo e aroma rispetto al corpo e all’amaro, ma il caffè shakerato, proprio perché più lungo e più “sorseggiato” rispetto ai caffè espressi caldi, si presta particolarmente alla degustazione, e potrebbe essere un’ottima idea “raccontare” sul menù sia gli shakerati realizzati con caffè centroamericani dolci e vanigliati sia quelli fatti con gli Harrar Etiopici, speziati e corposi.
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