L’umile sacco di iuta, economico, resistente ed ecologico è ciò che consente il trasporto intercontinentale di caffè verde dai paesi produttori alle nostre torrefazioni. Ma come ha fatto a diventare il simbolo del commercio di caffè verde?
Per scoprirlo, grazie anche ad un post di un blog americano, andiamo a ricercare nella storia di questo tessuto in modo da capire come il suo percorso si sia intrecciato a quello del caffè.
Cos’è la iuta?
La Iuta è la seconda fibra naturale più prodotta al mondo dopo il cotone, si ottiene dalla cellelusa e dalla lignina pianta di Iuta, in particolare quelle del genere Corchorus. Si tratta di una fibra Biodegradabile al 100% e i principali paesi produttori sono India e Bangladesh che rappresentano circa il 97% del mercato (3,4 milioni di tonnellate prodotte ogni anno).
Si caratterizza per:
- elevata igroscopicità, ovvero ha un’ottima capacità di assorbimento dell’acqua
- eccellente resistenza
- incredibile versatilità, può essere utilizzata per la creazione di sacchi e imballaggi ma anche di accessori e vestiti e si presta a essere impiegata insieme ad altre fibre come cotone o lana.
- buona traspirabilità
Inoltre, è la fibra green per eccellenza, in quanto totalmente biodegradabile e riciclabile.
Iuta e Caffè
La storia della iuta risale all’età del bronzo con la civiltà della valle dell’Indo nel terzo millennio a.C. , ben prima del nostro amato Kaldi e delle sue danzanti caprette energizzate dalle rosse bacche della pianta del caffè in Etiopia.
l’incontro tra questa fibra originaria dell’Asia Meridionale e della Coffea proveniente dal continente africano avviene nei primi anni dell’1800 in Sud America. Erano passati circa 100 anni dall’introduzione del caffè in Brasile, avvenuta di nascosto grazie a Francisco de Melo Palheta, quando la domanda di caffè in Europa e in America aumentò notevolmente spingendo gli agricoltori brasiliani (che producevano già circa il 40% del caffè mondiale) a ricercare un materiale di spedizione economico, affidabile e disponibile in grande quantità. Il sacco di Iuta da 60kg divenne imballaggio standard a livello mondiale del commercio del caffè anche come unità di peso.
I sacchi di Iuta nel mercato attuale del caffè
Ancora oggi il sacco di iuta rappresenta il materiale di imballaggio del caffè verde anche se oggi viene utilizzata spesso insieme ad un materiale meno poroso e più ermetico per aiutare a proteggere il caffè verde dall’umidità e dagli agenti atmosferici che potrebbero avere un impatto negativo sul caffè verde durante la spedizione. Uno dei materiali più utilizzata nel mondo degli Specialty Coffe è il sacco GrainPro, una busta di plastica verde riutilizzabile, sigillata ermeticamente e riposta all’interno del sacco di iuta.
La iuta non è però l’unico materiale di spedizione utilizzato nel confezionamento del caffè. Polietilene altre fibre plastiche sono utilizzati nella spedizione del caffè e consentono di confezionare anche quantitativi molto più alti dei 60kg del sacco di iuta, a volte fino a 1.000kg! Se poi pensiamo ad uno dei più famosi caffè al mondo, il Giamaica Blu Mountain, il confezionamento avviene in dei bellissimi barili in legno disponibili in tre diverse dimensioni 15,30 e 60kg (con all’interno un sacco di GrainPro)
Tuttavia, la iuta rimane un’icona nel mondo del caffè, è sicuramente ancora il materiale più utilizzato e una volta esaurito il suo scopo come imballaggio può essere riciclato all’infinito andando ad adornare le pareti delle caffetterie o essendo trasformato in borse, accessori, contenitori o pezzi di arredamento. I suoi utilizzi infatti sono infiniti, ma sicuramente noi lo amiamo perchè aiuta il caffè verde a rimanere sano e salvo nel suo viaggio intorno al mondo…