Questa volta non parliamo di caffè, ma mettiamo a confronto il latte vaccino con tutte (o quasi) le sue alternative utilizzate nella preparazione del cappuccino. Quale sarà la bevanda più rispettosa dell’ambiente?
Uno dei trend in maggiore crescita degli ultimi anni, non solo nelle caffetterie, è sicuramente quello dell’attenzione al rispetto ambientale, con consumatori sempre più guidati nelle loro scelte da principi ecocompatibili atti a preservare al meglio la qualità dell’ambiente che ci circonda.
Abbiamo già parlato in questo post delle varie certificazioni presenti nel mondo del caffè e di come la richiesta di caffè certificati stia crescendo anno dopo anno, spingendo molte torrefazioni a offrire prodotti “green” sia per quanto riguarda il caffè che per quanto riguarda innovativi packaging compostabili.
Nel post di oggi cercheremo di scoprire, grazie ad una ricerca approfondita trovata sul web in ligua inglese, l’impatto sull’ambiente dell’altro ingrediente principe della caffetteria: il Latte. Protagonista del menù di ogni caffetteria negli ultimi anni ha visto affiancare a quello prodotto dalle nostre amate mucche molte versioni vegetali preparate con frutta a guscio, legumi o cereali, ognuno con risultati e impatti ambientali molto diversi l’uno dall’altro.
Uno dei primi dati che ci vengono confermati anche da uno studio del 2018 (che trovate QUI) è che il latte vaccino ha un impatto riguardo all’emissione di gas serra tre volte superiore a qualsiasi bevanda vegetale.
Per ogni litro di latte vaccino infatti vengono prodotti circa 2kg di Co2 contro 0,42kg del latte di mandorla e cocco e 0,75kg del latte di soia.
Per quanto riguarda invece il consumo di terra per ogni litro di latte vaccino sono necessari 8,9 metri quadrati, contro 0,8 per l’avena, 0,7 per la soya, 0,5 per la mandorla e 0,3 per il riso. Simile anche il risultato per quanto riguarda il consumo di acqua per ogni litro di latte: 628 per il latte vaccino, 371 mandorla, 270 riso, 48 avena, 28 soya.
LATTE DA FRUTTA A GUSCIO
In linea di massima ogni frutto a guscio può essere utilizzato per la produzione di una bevanda ma sicuramente i più utilizzati a livello commerciale sono la mandorla, la nocciola e la noce di cocco.
Per quanto riguarda l’impatto ambientale queste piante richiedono generalmente aree di produzione più piccole, gli alberi assorbono carbonio, emettono ossigeno, alla fine della loro vita, producono biomassa legnosa utile.
CAPPUCCINO CON LATTE DI MANDORLA La produzione del latte di mandorla, rispetto alle altre varianti vegetali richiede una quantità maggiore di acqua per ogni litro di bevanda. Nel primo produttore di Mandorle al mondo, la California, vengono utilizzati circa 12 litri di acqua. La problematica maggiore con le mandorle “Made in Usa” con agricoltura intensiva è l’alto utiilzzo di pesticidi e glifosato che provoca un’elevato tasso di morte per le api utilizzate per l’impollinazione crociata delle piante. Le mandorle coltivate in Australia e in Europa, solitamente in frutteti di dimensioni più piccole non provocano fortunatamente questi problemi agli apicoltori.
CAPPUCCINO CON LATTE DI COCCO In generale la produzione di latte di cocco non ha alto impatto sull’ambiente, gli alberi utilizzano piccole quantità di acqua e assorbono anidride carbonica.
Ovviamente però le noci di cocco vengono coltivate in aree tropicali e la produzione industriale di questo latte può distruggere l’habitat naturale a discapito anche della fauna che ci vive. Probabilmente se la domanda di latte di cocco dovesse crescere abbondantemente nei prossimi anni ci sarebbe una pressione notevole a livello ambientale.
CAPPUCCINO CON LATTE DI NOCCIOLA Se guardiamo all’aspetto ambientale la nocciola è sicuramente l’opzione migliore in quanto gli alberi vengono impollinati dal vento che trasporta il polline tra piante vicine. Queste piante si adattano anche a zone con maggiori precipitazioni annue, attorno al Mar Nero, nell’Europa Meridionale e nel nord America, richiedendo molta meno acqua rispetto ai mandorli. Pur essendo già molto richiesto sul mercato e la domanda sia in aumento la coltivazione della nocciola non è ancora sottoposta a coltivazioni intensive su larga scala che potrebbero essere nocive all’ambiente.
LATTE DA LEGUMI
Se il latte di soia vanta una storia millenaria, nata in Cina ma diffusa e consolidata anche nel mondo occidentale, l’alternativa alla canapa è molto più recente.
I legumi hanno la capacità di produrre azoto che migliora la fertilità del suolo e riduce la necessità di fertilizzanti. I legumi sono anche molto efficienti per quanto riguarda il consumo idrico se messi a confronto con il latte vaccino o con il latte di Mandorla
CAPPUCCINO CON LATTE DI SOIA Il latte di soia ha ottime caratteristiche per quanto riguarda il consumo di acqua, il potenziale riscaldamento globale e l’uso del suolo per la sua produzione. I maggiori produttori mondiali sono gli Stati Uniti e il Brasile e i fagioli di Soia sono utillizzati moltissimo anche come alimento per il bestiame. Questa versatilità presenta però anche alcune preoccupazioni ambientali in quanto l’aumento della domanda richiede la necessità di convertire ampie fasce di vegetazione autoctona per coltivare semi di soia.
CAPPUCCINO CON LATTE DI CANAPA Probabilmente il latte che dal punto di vista ambientale offre maggiori vantaggi è proprio quello prodotto dalla canapa. I semi di questa pianta infatti vengono utilizzati per l’olio e il latte ma la pianta stessa si dimostra molto versatile e può essere utilizzata in tutte le sue parti per materiale da costruzione, fibre tessili, carta o plastica a base di canapa.
Le sue radici che crescono in profondità migliorano la struttura del suolo su cui viene piantata riducendo la presenza di funghi. E’ anche resistente alle malattie e produce molta ombra che sopprime la crescita di erbe infestanti, riducendo a sua volta la necessità di erbicidi e pesticidi. La canapa richiede più acqua rispetto alla soia ma meno di mandorla e latte vaccino. Nonostante sia una delle colture più antiche, soprattutto in europa, la canapa viene prodotta in quantità molto basse.
LATTE DA CEREALE
Possiamo produrre latte vegetale con quasi tutti i cereali, sicuramente però i più popolari sono il riso e l’avena che tuttavia, richiedono più terra rispetto al latte di Mandorla, Nocciola…
CAPPUCCINO CON IL LATTE DI AVENA Il latte d’avena sta diventando sempre più popolare in tutto il mondo a causa dei suoi benefici ambientali complessivi.
Purtroppo però le coltivazioni intensive in monocoltura di grande scala attuate nei maggiori produttori mondiali, Canada e Usa, utilizzate principalmente per l’alimentaizione del bestiame, portano queste piantagioni ad un’impoverimento del suolo, una limitata diversità degli insetti aumentando il rischio di malattie da parassiti.
Spesso l’avena viene coltivata con pesticidi a base di glifosato, che offusca le sue credenziali ambientali perché può causare la proliferazione di patogeni di piante, animali e insetti resistenti al glifosato.
CAPPUCCINO CON IL LATTE DI RISO Il latte di riso richiede un grande utilizzo di acqua e viene associato ad una maggiori emissioni di gas serra rispetto alle altre bevande vegetali in quanto nelle risaie si sviluppano dei batteri responsabili di produrre metano. In alcuni casi questo latte può contenere livelli inaccettabili di arsenico. L’utilizzo di fertilizzanti nella coltivazione del riso può essere responsabile dell’inquinamento dei corsi d’acqua vicini alle risaie.
QUINDI QUALE LATTE VEGETALE SCEGLIERE?
Le versioni “organic/BIO” di tutti questi latti vegetali sono sicuramente migliori per l’ambiente perchè utilizzano, per esempio, meno fertilizzanti chimici, sono prive di pesticidi ed erbicidi ed esercitano una minor pressione sull’ambiente.
Ovviamente anche gli eventuali additivi, vitamine, calcio, aromi o ingredienti aggiuntivi devono essere considerati nella propria scelta green.
Da non sottovalutare l’influenza del packaging che contribuisce in alcuni casi fino al 50% del potenziale impatto nel riscaldamento globale di una bevanda vegetale. Può sembrare ovvio ma lo spreco di queste bevande come degli altri alimenti può avere un’impatto di gran lunga maggiore sull’ambiente oltre all’aspetto etico.
Quindi se cerchiamo di ridurre l’impronta ambientale del latte che beviamo o utilizziamo nelle nostre caffetterie per il cappuccino e non solo, probabilmente dovremo pensare di sostituire o almeno affiancare il latte vaccino con opzioni vegetali e cercando di diversificare al massimo i latti vegetali che utilizziamo.
Non ci scordiamo però mai di di assaggiare, abbinare e scegliere i propri prodotti non soltanto per l’aspetto ambientale ma anche e soprattutto offrendo al consumatore prodotti buoni, creativi, innovativi e sempre serviti con un bel sorriso.