Come dicevamo pochi giorni fa sul nostro blog si è tenuto nei pressi di Arezzo la prova generale del campionato del mondo di caffetteria del campione italiano Francesco Sanapo, qui il nostro reportage.
C’era il pubblico (diciamo quello della nicchia del caffè vero) delle grandi occasioni, e aveva tutte le ragioni di esserci, ieri ad Arezzo, ad assistere alle prove generali, alla prova d’orchestra della performance che Francesco Sanapo, il campione italiano di caffetteria, eseguirà al campionato del mondo di Melbourne del prossimo 23 maggio. Di questo campionato abbiamo già presentato la macchina ufficiale (italiana!) e presto pubblicheremo un post su come questi campionati si svolgono, intanto diciamo che il concorrente ha a disposizione quindici minuti per:
- Preparare quattro espressi per i quattro giudici, presentando i caffè (sia in miscela che in singola origine)con cui li ha preparati e le ragioni della scelta.
- Preparare quattro cappuccini con una crema di perfetta tessitura.
- Creare quattro preparazioni in cui il caffè viene mixato ad altri ingredienti (possiamo definirli cocktail, specificando però che non devono contenere alcool)
Nel raccontare la prova a cui abbiamo assistito non daremo ricette e composizioni delle preparazioni di Francesco, che devono rimanere riservate fino al giorno del mondiale.
Quella di Francesco ieri è stata però non in una gara, ma una vera piece teatrale, con musica, armonia e perfino una filosofia generale che ha guidato, deve guidare, una performance come questa. La filosofia, la “mission” delle prova e così stata spiegata dallo stesso Sanapo “la mia prova per questo campionato del mondo” ha detto “non vuole essere una estremizzazione da agronomo o da sommelier, ma vuole parlare il linguaggio ultimo, quello che da un senso al nostro lavoro, il linguaggio del bar, del barista e del cliente”.
Prima della prova abbiamo potuto assistere al setting di Francesco, quindici minuti per trovare la giusta macinatura, temperatura della macchina e per allestire il materiale che avrebbe usato. Maniacale la pulizia in questa fase, con carta assorbente usata ad ogni estrazione per arrivare con una macchine perfettamente in ordine al momento della prova. Al via ufficiale grandissimo applauso (il nostro Francesco la merita davvero tutto) e concorrente che racconta la sua prova in inglese (la lingua del mondiale). Le varie fasi della prova sono state accompagnate da una colonna sonora che diventava tappeto sotto le parole di Sanapo e che saliva di volume per accompagnare le fasi più dinamiche(e a chi pensa che tutto questo abbia poco a che fare con il mondo del bar, invitiamo a pensare come un bravo barista sia anche colui che sa creare per i suoi clienti la più bella armonia, il più bel coinvolgimento). Per la cronaca, e per regalarvi un po’ dell’atmosfera che respiravamo durante la prova, possiamo dirvi che la gara è stata accompagnata prima da Henghel Guakdi con la sua Jazz band, poi da musica Don’t stop me now degli intramontabili Queen. Poi Carry on dei Fun per cocktail caffè. Infine la splendida Reckoning song.
Della prestazione vera e propria possiamo dire che il caffè (non ne diremo la composizione) aveva grande armonia e (a nostro avviso) seguiva l’acidità molto di moda adesso per i caffè gourmet senza esserne soverchiato. Per il cappuccino, il fatto che non ci fosse uno schermo non ha permesso che hai giudici di valutarne cremosità e tessitura (i giudici ne erano però sodisfatti) è stato curioso in questa fase sentire nel microfono indossato da Francesco il rumore del latte che montava. La preparazione a base caffè, infine, è stato un viaggio in una tazzina di espresso che cambia man mano che il cliente lo gode (appunto, il cliente) con le sensazioni che cambiano man mano che scende la temperatura, affascinante, non vediamo l’ora di raccontarvela, o di farvelo raccontare dalle parole dello stesso Francesco, magari dopo un mondiale vinto!
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