Dopo aver visto come preparare il caffè all’americana (o meglio caffè filtro) con i metodi classici, scopriamo ora il nuovissimo (e in Italia sconosciuto) pianeta dei dripper.
Abbiamo parlato in questo post di come preparare un caffè filtro, diciamo il classico caffè americano o tedesco, post che, come ci suggerisce il nostro amico e collega super barista Davide Cobelli, è più che opportuno integrare con una parte dedicata al sistema dei dripper.
I dripper (in inglese, letteralmente, gocciolatori) sono dei coni, in ceramica, vetro o plastica, con delle apposite scanalature che favoriscono la circolazione dell’acqua al loro interno e un foro grande nella parte inferiore. I più “famosi” sono quelli prodotti della giapponese Hario, che produce tanti altri “tools” per coffee geek come i macinini a mano che avevamo visto in questi post.
I dripper sono economici (il loro costo varia dai 5€ della versione in plastica fino ai 15/20 per uno, più stiloso, in ceramica o vetro) ma, come le altre attrezzature da brewing non si possono certo trovare al negozio di forniture alberghiere, per fortuna anche in Italia si cominciano a trovare siti specializzati.
All’interno del dripper deve essere inserito un filtro di carta conico nel quale metteremo il caffè macinato con una granulometria piuttosto grossa, ed verseremo acqua calda ( attorno ai 94°) ma non bollente per non andare a bruciare il nostro caffè. Assolutamente da evitare l’acqua della caldaia della macchina da espresso, che appiattirebbe le note aromatiche della bevanda donandole un sapore “metallico”.
Andremo così a versare prima una piccola parte di acqua sul macinato, per permettere una preinfusione, e poi, dopo una trentina di secondi, quando il caffè avrà sprigionato tutto il diossido di carbonio creando delle bollicine e una bella crema color nocciola, andremo a versare la rimanente acqua per terminare l’estrazione direttamente nella mug (il supertipico tazzone americano) o in un “server”.
Questo è un sistema che permette di personalizzare molto l’estrazione variando la temperatura dell’acqua, la durata della preinfusione o la velocità di estrazione. In questo video è riassunto tutto il processo di estrazione.
Fuori dall’Italia i dripper sono molto comuni nelle caffetterie più “ganze” e, organizzando bene la linea, possono essere utilizzati anche per grandi numeri come si può vedere nel video sotto. Come acquisire le competenze per questo tipo di lavoro? Beh, o con i nostri corsi di brewing full immersion di una giornata o con le foto guide davvero cool di Stumptown o del blog Filtered Grounds
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Integro questo interessante articolo aggiungendo che alcune aziende costruttrici di macchine stanno comunque valutanto delle forme alterative per l’erogazione dell’acqua cosidetta “servizi” (the, etc..).
Chi integrando l’erogazione da caldaia dedicata, con acqua corrente per abbassare la temperatura e non fare il comune effetto di svaporizzazione durante l’erogazione stesssa, chi con addirittura uno scambiatore di calore anche per la candaia servizi.
In questo modo si può avere una erogazione di acqua del tutto prima di problemi citati.
Il concetto di uno scambiatore di calore aggiuntivo mi sembra molto particolare, sai chi sta seguendo questa strada Davide?
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