Una caffettiera molto particolare, che non avevamo mai provato prima che il nostro amico Andrea Pettinari, superbarista pioniere del movimento Specialty Coffee in Sardegna dove nella sua caffetteria “Caffè dell’Arte” ha introdotto da alcuni anni caffè di singola piantagione in espresso ma anche con estrazioni alternative quali l’Aeropress, il V60..
Dopo averla studiata bene, e grazie a qualche ricordo della nostra amica, abbiamo capito che sostanzialmente il funzionamento della “Dept Model” è piuttosto semplice. L’acqua che viene scaldata nel corpo principale risale attraverso il tubicino metallico e “cade” sopra il caffè, infondendolo.
Sembrerebbe quindi un processo quasi ibrido tra una moka tradizionale e una napoletana, se non fosse che ci siamo accorti che l’acqua, dopo aver attraversato il caffè, torna nel corpo principale e ricomincia a scaldarsi, risalendo nuovamente attraverso il tubicino.
Per le nostre prove abbiamo utilizzato un monoorigine brasiliano tostato da espresso, e ci siamo orientati su una macinatura simile a quella della french press, prendendo in considerazione la foratura dei filtri.
Abbiamo utilizzato una brew ratio di 60 grammi/litro, utilizzando quindi 30 grammi di caffè per mezzo litro d’acqua.
Dopo circa un minuto e 45 l’acqua ha cominciato a fuoriuscire dal tubicino e abbiamo dovuto chiudere il coperchio, scoprendo con interesse che la piccola cupola trasparente serve a distribuire più uniformemente gli zampilli d’acqua.
Alla seconda prova abbiamo deciso di arrivare a un tempo totale di 7 minuti, che invece ci ha regalato un’estrazione decisamente diversa.
Il caffè che abbiamo ottenuto ha sicuramente un buon corpo, ma, complice l’eccessivo calore e il fatto che il caffè sia “risalito” nuovamente al posto dell’acqua pulita ha contribuito a una decisa sovraestrazione che dava l’impressione generale di un caffè estratto con una moka tradizionale troppo carica e poi allungato con un po’ d’acqua bollente.
Non è stato un caffè che ci ha regalato momenti indimenticabili, ma sicuramente con questo terzo esperimento abbiamo potuto riconoscere i sentori di caramello di questo caffè, seppur non incredibilmente marcati. Il corpo si potrebbe definire buono, ma sicuramente inferiore a quello di una french press, e abbiamo riscontrato un po’ di particolato, ma in quantità trascurabili.
CAFFE’ BIALETTI ALL’AMERICANA E’ DISPONIBILE ?
LA CAFFETTIERA ALL’AMERICANA BIALETTI E’ DISPONIBILE ?
Ho la stessa caffettiera, ma blu. Io faccio arrivare l’acqua alla prima tacca di plastica sul tubo (preferibilmente preriscaldata) e quando inizia a percolare conto 7 minuti. Il caffè che ne risulta non mi sembra sovraccarico né bruciato, anzi, è molto buono; se la percolazione dura meno, la trovo un po’ scarica. Ho notato che se metto più acqua si produce troppo vapore e condensa e la caffettiera tende a perdere dalla giuntura del coperchio, la quale poteva essere progettata meglio, perché sarebbe bastata una scalanatura nella plastica per fare in modo che le goccioline d’acqua in eccesso ricadessero nella camera di ebollizione sottostante invece di tracimare.
In generale, però, penso che l’unico vero difetto di questo oggetto – comunque bello – siano le parti in plastica: se fosse stata tutta in metallo (al più col vetro di ispezione nel coperchio) non ci sarebbero stati problemi, invece noto che dalla giuntura fra plastica e metallo talvolta filtra un po’ d’acqua. Probabilmente la guarnizione andrebbe sostituita, ma chi si fida a provare a svitarla?