Lui, il giornalista, è in realtà un torrefattore a cui non basta riempire la vita di caffè e per questo si diverte a scrivere.
Lei, la giornalista, è talmente appassionata di caffè che non le basta scrivere sull’argomento, ci riempie la vita e si diverte ad assaggiarlo.
Lui si trova al posto di lei, nell’intervista, ed in questa giostra che gira al contrario, ne siamo certi, ci sarà solo da divertirsi!
Fabrizio: Ciao Michela, è un piacere averti qui, per questa intervista realizzata in esclusiva per il blog Ilcaffespressoitaliano. Tu scrivi per il sito web del Gambero Rosso. Io leggo spesso i tuoi articoli e ti faccio i complimenti. Sei una bravissima scrittrice! Tra l’altro, curi una rubrica dal titolo “ Viaggio nelle torrefazioni italiane di ricerca “, in cui racconti le più importanti realtà presenti nel settore. Cosa hai imparato da questa esperienza ?
Michela: In realtà la rubrica sulle torrefazioni – che ancora continua, anche se non è più un appuntamento fisso – è stato un primo passo per un percorso ben più ampio, che ha poi coinvolto le caffetterie, la ricerca di nuovi bar specialty, i metodi di estrazione, le scuole di formazione, gli eventi dedicati al caffè. In ogni caso, è stata (ed è tuttora) probabilmente una delle esperienze più interessanti, più intriganti, e anche un po’ azzardate. Nata per caso e senza tante pretese, e diventata poi nel tempo una sorta di sfida.
F: Adesso siamo curiosi … Raccontaci com’è nata l’idea di questa rubrica e come ti sei preparata per affrontare l’argomento.
M: Appena entrata nella redazione web del Gambero Rosso, il direttore dei contenuti, Massimiliano Tonelli, mi ha chiesto quali argomenti mi interessassero di più e quali prodotti… E lì è saltato fuori il caffè. Un prodotto che incuriosiva molto anche lui e sul quale da tempo aveva intenzione di far partire una rubrica. Ho cercato tutto il materiale possibile sull’argomento, ho preso appunti, letto articoli, saggi. Ma non sapevo nulla e non avevo idea di cosa fossero gli specialty, di cosa fosse il brewing e tutto il resto. Sono partita con 4 (non sto esagerando) nomi che mi erano stati consigliati. E poi ho scoperto un mondo, e da quel momento fermarsi è stato praticamente impossibile.
F: Con il tuo lavoro, immagino, avrai conosciuto e intervistato molte persone. Cosa si provi, oggi, a stare “dall’altra parte “ ?
M: È una sensazione particolare, ma divertente. E poi, in un modo o nell’altro, sto sempre scrivendo, per cui va tutto bene.
F: Parliamo della nostra bevanda preferita, adesso. Qual è il primo caffè che bevi al mattino ? ( Io ad esempio inizio la giornata con un Guatemala Huehuetenango preparato con la moka ). E quale metodo di estrazione preferisci ?
M: Domanda difficile. Il mio metodo di estrazione preferito è sicuramente il v60, non ho dubbi. Per quanto riguarda il caffè del mattino, non saprei risponderti in maniera definitiva perché vario molto e perché al mattino sono spesso di corsa e non ho tanto tempo da dedicare al rituale del caffè. Quando posso, cerco di fermarmi in qualche bar buono di Roma (sì, esistono), a casa invece, al momento sto usando il Pena Blanca di Rubens Gardelli preparato con metodo v60 (che non sempre mi riesce, lo ammetto; ma a ognuno il suo mestiere).
F: Ho scoperto che l’olio è un’altra tua passione. Hai già scritto su questo argomento ?
M: Ci tengo a fare una precisazione. L’olio extravergine di oliva è il mio grande amore, la mia passione, il prodotto che più di tutti riesce a emozionarmi. Il caffè è venuto dopo e comunque sono due elementi che vivo in maniera completamente diversa. Di caffè scrivo tanto, tantissimo ed è forse l’argomento che più mi appassiona fra i tanti di cui mi ritrovo a scrivere. Certamente, mi è capitato (e capiterà ancora) di scrivere articoli sull’olio (in maniera molto più ridotta), ma ciò che amo veramente di questo ingrediente è la parte di degustazione, l’analisi sensoriale, la scheda tecnica. Dopo il corso di assaggio, ho frequentato anche quello da tecnico di frantoio, per capirne un po’ di più sulla parte dei macchinari e ho ancora tanto, tanto da imparare. Insomma, per quanto ami il caffè (e lo amo) l’olio per me sarà sempre al primo posto.
F: Quali sono le tue prospettive per il futuro ? Diventare una giornalista agguerrita e di successo, stile Oriana Fallaci ?
M: No, niente guerra. Scrivo articoli, vero, e non riuscirei a immaginare la mia vita senza scrittura. Ma al momento, la parte che vorrei approfondire e migliorare è quella di analisi sensoriale. La degustazione (di qualsiasi prodotto) è la parte più bella del mio lavoro e spero di poter fare molta più esperienza in questo campo. Amo la cucina, la ristorazione ma ciò che più mi affascina resta il prodotto, la materia prima: dall’extravergine al caffè, dai salumi ai formaggi, dal cioccolato al miele, ogni ingrediente rappresenta un pezzo di storia, di cultura e porta con sé il sudore e la fatica di chi l’ha lavorato, il sapore della terra da cui ha preso vita. La conoscenza dei prodotti per me è l’obiettivo primario.
F: Quali sono, allora, nel tuo settore, le persone che più ammiri ? E quali, invece, i personaggi che proprio non sopporti?
M: Questa è facile. Ammiro le persone umili, quelle che lavorano con costanza e dedizione mettendosi sempre in discussione, anche dopo anni di esperienza. Al contrario, non sopporto gli arroganti, tutti quei “professionisti” che si sentono arrivati e uso le virgolette perché per me il concetto di professionalità va ben oltre le capacità tecniche. E detesto i tuttologi.
F: Un’ultima domanda, prima di salutarci. In sette parole ( lo ammetto, questa è difficile ) scrivici cosa rappresenta per te il caffè …
M: Non lo so ancora, non lo conosco bene, ma intanto mi diverto a scoprirlo. Sono il doppio delle parole, lo so, ma in matematica non sono mai stata brava.
F: Grazie, Michela, è stato davvero una piacevole intervista ( di bella presenza, anche! ). Un saluto da tutto lo staff de Ilcaffespressoitaliano.