Continua il nostro viaggio alla scoperta di tutti i paesi dove vengono coltivati i nostri amati chicchi aromatici, la tappa di oggi ci porta in Africa in un paese con recente storia di guerra e di problemi socio/politici che hanno pregiudicato la produzione del caffè, il Rwanda
Il caffè fu introdotto in Rwanda nel 1904 dai missionari tedeschi. Il clima (precipitazioni regolari e stabili) e la geologia del paese (da 1.500 a 2.000 metri sul livello del mare, suoli vulcanici e fertili) favoriscono una cultura del caffè di alta qualità. I produttori ruandesi sono generalmente raggruppati in cooperative che hanno sviluppatole proprie stazioni di lavaggio. Grazie alla politica di coltivazione orientata verso gli Specialty Coffee, il Rwanda mantiente una qualità e un prezzo alto e stabile. È inoltre, il primo paese produttore in Africa ad aver ospitato la Cup of Exellence nel 2008.
Le principali regioni di produzione sono situate nella parte occidentale (Kabrizi, Lake Kivu e Gishamwana Island) meridionale (Butare, Nyanza) settentrionale (Rulindo) e orientale del paese (Ngoma District).
La produzione attuale di caffè in Rwanda è di circa 17.000 tonnellate di caffè che corrispondono circa allo 0,2% della produzione mondiale. Le varietà botaniche di arabica principalmente coltivate sono il Red Bourbon, French Mission Bourbon e Caturra che vengono lavorate principalmente con il metodo lavato. In tazza i caffè del Rwanda hanno solitamente ottimi aromi fioriti e fruttati con una spiccata e complessa acidità che li rendono perfetti per l’estrazione con il metodo filtro.
In Ruanda e Burundi, il caffè può essere interessato da un batterio che è difficilmente rilevabile e dà alla tazza l’odore di una patata vecchia. Questo batterio agisce in modo casuale, contaminando un chicco senza toccare il resto del lotto. Sebbene non vi sia alcun pericolo per la salute, questo problema molto spiacevole è una vera sfida per questi due paesi produttori.
atlante del caffè