Organic, Utz, Fairtrade…. andiamo alla scoperta delle maggiori certificazioni del caffè verde, certificazioni che promuovono e sostengono produzioni agricole con rispetto dell’ambiente e dello sviluppo sociale dei paesi produttori. In questo post, e nella seconda puntata che uscirà nei prossimi giorni proveremo a scoprire le differenze tra i vari istituti di certificazione, loghi e marchi che sono riconosciuti come un valore aggiunto anche dal consumatore finale.
ORGANIC: La certificazione Organic corrisponde nella nostra lingua alla certificazione “biologica” e si occupa di creare un’agricoltura sostenibile che cerchi di produrre alimenti in armonia con la natura, promuovendo la biodiversità e la salute del terreno.
Di agricoltura biologica si parlava già nell’800 ma le prime certificazioni del caffè, riconosciute in tutto il mondo, risalgono al 1967 e nascono dall’incontro tra gruppi di coltivatori di caffè e certificatori. Lo scopo principale è quello di garantire coltivazioni e lavorazione biologica del caffè tenendo sotto controllo l’ambiente secondo standard internazionali. I controlli da parte dei certificatori sono annuali e questi prodotti per ottenere la certificazione devono essere tracciabili dal produttore al consumatore e garantire al coltivatore un “premium” sul prezzo di vendita.
La certificazione Organic è la più diffusa certificazione con ben 40 paesi produttori coinvolti e la produzione viene importata principalmente in USA, Canada, Europa, Russia e Giappone.
FAIR TRADE CERTIFIED: La certificazione Fair Trade si occupa di promuovere condizioni di vita migliori per le famiglie di coltivatori sviluppando politiche di prezzo più giuste, politiche ambientali e rapporti di vendita diretta. Nata nel 1970 in Olanda ha attualmente la sua sede internazionale in Germania e ben 20 chapter nazionali. Fair Trade promuove fini economici e di sostenibilità ambientale per i coltivatori e le loro comunità assicurando prezzi minimi garantiti e bonus sociali per coprire i costi di produzione. Questo modello permette ai piccoli farmers organizzati in cooperative democratiche di avere più potere contrattuale per competere sul mercato. Le ispezioni annuali sono effettuate da certificatori indipendenti e da membri di Fair Trade incaricati del training e del controllo delle piantagioni. I costi per queste ispezioni sono a carico dei coltivatori ma gli importatori dovranno garantire, in caso di richiesta delle cooperative, fino al 60% del prezzo stabilito prima del raccolto.
I prodotti Fair Trade sono ben pubblicizzati sui media con etichette e loghi ben riconoscibili e sono tracciabili dalla piantagione alla torrefazione. Tutte le vendite devono avere un prezzo uguale o superiore al prezzo minimo garantito. Questa certificazione è diffusa in 24 paesi produttori e i maggiori acquirenti sono USA, Canada, Europa, Giappone, Australia e Nuova Zelanda.
RAINFOREST ALLIANCE: questo istituto di certificazione si promuove di integrare la conservazione della biodiversità, curare lo sviluppo della comunità, i diritti dei lavoratori e le pratiche agricole produttive al fine di garantire una completa sostenibilità della gestione aziendale. Rainforest nasce nel 1992 e le prime certificazioni riguardanti il caffè risalgono al 1996. Gli standard per questa certificazione richiedono il rispetto vari criteri che riguardano tutta l’attività aziendale, da parte delle piantagioni o delle cooperative di qualsiasi dimensione. I controlli e i training vengono effettuati ogni anno da biologi, agronomi, sociologi e altri specialisti autorizzati da Rainforest Alliance.
Il caffè certificato Rainforest Alliance è tracciabile dalla piantagione alla torrefazione e pur non esistendo un prezzo minimo, i produttori possono utilizzare la certificazione per negoziare un prezzo migliore per il loro caffè, in genere un ulteriore 5 a 10 centesimi per libbra. Questa certificazione è diffusa in 17 paesi coltivatori tra i quali Brasile, Colombia e Costarica…
A presto per le altre certificazioni…
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