Una intervista della nostra super Helena, che nel suo girovagare tra eventi caffeinici, gare baristi, e caffetterie Specialty di tutta Europa questa volta ha fatto tappa a Bergamo, e come non fare visita a Maurizio Valli, titolare del “Bugan Coffee Lab” un vero e proprio laboratorio del caffè e dell Buganville Caffe, locale molto più classico ma caratterizzato da un’offerta di qualità.
Helena: Ciao Maurizio, ci vuoi raccontare un po’ delle tue “creature” due locali molto diversi tra loro…
Maurizio: Buganville Caffè nasce nel 2000, è una caffetteria/tavola calda a 360° con aperitivi la sera, però fin dall’inizio abbiamo improntato subito la nostra attività dando maggior rilevanza al mondo della caffetteria, ho iniziato come tutti con una torrefazione commerciale che purtroppo non mi dava stimoli e quindi ho deciso di intraprendere numerosi viaggi e corsi, nel 2007 con Andrea Lattuada, ho iniziato la mia avventura con Francesco Sanapo. Da lì mi sono avvicinato al mondo delle competizioni, e ho fatto numerosi viaggi in piantagione, Panama, Etiopia e Santo Domingo. Nel 2014 nasce Bugan Coffee Lab, primo laboratorio italiano del caffè “on the road”, dove si parla solo ed esclusivamente di caffè, qui dentro si possono bere espressi, cappuccini e filter coffee in vari metodi di estrazione.
H: Quindi niente macchiati….
M:Niente macchiato, niente marocchino…. soltanto Espresso, Cappuccino e Filter Coffee e niente zucchero. Ogni volta che entra un cliente cerchiamo di spiegare e trasmettere le varie sensazioni che possono trasmettere i nostri caffè. Solitamente in mescita abbiamo due Monorigini affiancati da Specialty Coffee acquistati dalle più famose microroastey del mondo ma a volte ci capita di avere anche dei nostri prodotti Specialty selezionati e tostati da noi, quindi prodotti nostri e prodotti di altre parti del mondo proprio per confrontare e crescere dal punto di visto sensoriale per comprendere quello che succede nel mondo e rimanere sempre al passo con gli altri.
H: Come tipo di clientela, sarà sicuramente diversa nelle due caffetterie..
M: Si, completamente diversa, passami il termine “più commerciale” nella prima caffetteria dove l’espresso costa 1 euro e l’offerta abbraccia tutta la clientela dal dall’anziano al bambino, tutte le fasce d’età, mentre al Bugan dove già il prezzo dell’espresso a 1,50 indica che la qualità è più accurata e fa capire che puntiamo a dare un qualcosa in più rispetto ad un prodotto “commerciale”.
H: Tra i clienti del Bugan ci saranno anche tanti appassionati di caffè specialty ma credo che la maggior parte non abbia una buona conoscenza del caffè e per questo la vostra funzione “eucativa” è molto importante, quali sono le reazioni dei clienti? Apprezzano, riescono a capire la vostra offerta o c’è anche chi “prendo e me ne vado”?
M: Diciamo che c’è anche “prendo e me ne vado” ma accetto anche questo tipo di critica e di scelta perchè mi metto nei panni del consumatore finale che può scegliere o no la nostra professionalità e il nostro credo. Diciamo che come nel mondo del vino ci sono bottiglie da 4/5.000€ ma anche bottiglie da 1€ e il consumatore può scegliere, ben venga la scelta.
H : E chi decide di provare l’esperienza di assaggio nel tuo locale solitamente apprezza o c’è anche chi rimane perplesso? Qual è l’atteggiamento?
M: Sinceramente da Bergamo mi aspettavo molta più difficoltà, ma la città ha risposto alla grande a questa novità, tanti sono perplessi ma molti restano affascinati e ritornano per il fascino che offre il Bugan Coffee Lab. Ovviamente hanno bisogno di essere instradati ed educati nel saper bere un espresso come è successo nel vino e succede nella birra, nell’acqua, nell’olio…
H:Come scelte di arredamento in questo locale avete usato un approccio simile alle caffetterie del Nord Europa con elementi “Hipster”, mentre nell’altro bar avete un arredamento più classico in linea con la clientela..
M:Due arredamenti molto diversi, al Buganville un arredamento più caldo, da famiglia, mentre questo è stato “rubato” durante tutti i miei viaggi nel Nord Europa, Stoccolma, Copenhagen , Berlino ma anche Barcellona, Madrid, Amsterdam. Questo è il risultato di questo percorso.
H: Pensi che l’offerta Specialty unita all’arredamento classico di un bar italiano possa funzionare ugualmente?
M: Probabilmente non colpirebbe così tanto, gli “Specialty” meritano un locale “speciale”….
Complimenti a Maurizio Valli per gli ottimi risultati,
…e a Helena per la bella intervista.
Marco F.