Fabrizio Rinaldi, barista torrefattore e nostro supercollaboratore ci racconta il suo viaggio nella capitale finlandese alla scoperta delle migliori caffetterie di Helsinky.
E’ vero, noi italiani siamo amanti del buon gusto, della cucina e, naturalmente, di quella tazzurella di caffè che ci appartiene così tanto, di conseguenza appena usciamo dai confini nazionali la cerchiamo ovunque e puntualmente critichiamo la bevanda che ci viene servita, come se fosse ovvio che tutti gli abitanti del pianeta abbiano le nostri abitudini.
Ma c’è un paese, lassù, nel meraviglioso Nord Europa, che ama allo stesso modo il caffè, ha le sue torrefazioni e riesce spesso ad estrarre un buon espresso, come lo cerchiamo noi. Per questo motivo, quando mia moglie mi chiese di trascorrere, per le vacanze estive, due settimane ad Helsinki, in Finlandia, io riflettei giusto qualche minuto prima di accettare. Ci trovammo così in questa magnifica città, piena di acqua di mare e di paesaggi da mozzare il fiato, di antiche caffetterie e palazzi dal design d’avanguardia, piena di frutti di bosco e sguardi di renna. Prendemmo in affitto un appartamento nella baia di Toolo, a pochi passi dal centro, vicino alla spiaggia di Hietaniemi, l’unica della città. Il giorno stesso dell’arrivo, nel supermercato vicino casa, imparai il termine finlandese a cui mi sarei più affezionato : kahvi, ovvero caffè, ed acquistai una confezione da 250 g, marca Paulig. Questo è il colosso – torrefazione della Finlandia, si trova praticamente ovunque : in tutti i supermercati, coffee shop, bar, ristoranti, catene di ristorazione e quanto altro. Giunti nell’abitazione, lo provai nella moka che Taras, il proprietario dell’appartamento, gentilmente ci aveva lasciato in uso. Era tostato chiaro, macinato grosso ed infatti la caffettiera impiegò solo un paio di minuti per emettere il suo caratteristico fischio. Aveva un’ aroma sfuggevole, un gusto delicato e piacevolmente dolce. Nel frattempo, davanti a quella tazza di caffè, preparai un mini tour per le diverse kahvila, ovvero caffetterie, sparse per la città.
Prima tappa, il giorno seguente, La Torrefazione, situata su Aleksanterinkatu, una via importante che collega Mannerheimintie, l’arteria principale della città, con Senaatintori, la piazza del Senato, a tutti gli effetti la piazza centrale di Helsinki, insieme a Kauppatori, poco distante, la piazza che si affaccia sul mar Baltico. A dispetto del nome, La Torrefazione, non è gestito da italiani. Il locale punta su un caffè di qualità e di stampo artigianale. Assaggiai un monorigine Tanzania, estratto con metodo filter coffee, dai toni notevolmente aromatici e fruttati. Un gran caffè. Chiesi ai gentili baristi quale marca di caffè usassero nel locale e mi indicarono Kaffa Roastery, una micro torrefazione che si trovava sempre ad Helsinki, dandomi l’indirizzo del luogo. Nuova tappa, quindi, la sede di questa attività, al cui interno ospitava anche una caffetteria ed un punto vendita. Si trovava sempre nella zona centrale della città, vicino a Bulevardi, una via che già dal nome evocava ricordi di altri tempi, infatti un’altra fermata obbligatoria nelle vicinanze era il Caffè Ekberg, la più antica pasticceria di Helsinki. La strada in cui si trovava la sede di Kaffa Roastery era invece poco trafficata, difficile da trovare, per i non esperti, eppure appena superata la soglia d’ingresso, scoprimmo un mondo nuovo, fatto di caffè e di quello soltanto, attraverso una tostacaffè Probat da 23 kg in piena vista, sacchi di juta sparsi ovunque, macinini, bilancini e, affianco ad essi, un coffee corner che aveva una vasta proposta di caffè in degustazione, preparati con diversi metodi di estrazione. Io presi un espresso con una delle loro miscele, tostato chiaro, tipico del Nord Europa, con una spiccata acidità, note fruttate, una schiuma minuta e persistente. Mia moglie un filter coffee che le venne preparato al momento, esperienza a cui poche volte ho avuto la fortuna di assistere. Due ottimi caffè, senza dubbio. Il locale aveva anche una dettagliata proposta di caffè in grani, in confezioni da 250 g, divisi per origine, grado di tostatura e composizione della miscela. Acquistai un pacchetto composto da settanta per cento Guatemala e trenta per cento Colombia, tostato medio, che non ho ancora avuto il tempo di assaggiare. I giorni seguenti li trascorremmo da turisti spensierati, apprezzando la città dal punto di vista storico e artistico, fermandoci spesso nelle caffetterie, dove bevevamo una grande tazza di caffè, marca Paulig, ovviamente, e ci deliziavamo con i loro ottimi dolci ( va ricordato che nelle Kahvila, ovvero caffetterie finlandesi, è buona abitudine bere il caffè seduti al tavolo, accompagnati da una fetta di torta, meglio ancora se di alta pasticceria ). Le abbiamo provate tutte: al cioccolato, alle carote, ai frutti di bosco, con la sfoglia croccante o con il morbido impasto dei croissant. Ricordo il gusto ma non i nomi, visto che ho ancora qualche difficoltà a capire la loro lingua. In questi dolci si avvertiva, comunque, un retrogusto leggero di cannella o di zenzero, spezie che fanno parte della loro cultura gastronomica. Erano sapori nuovi. Sapori eccezionali.
In particolar modo, tra l’altro, mi affezionai ad un piccolo caffè, situato tra la spiaggia di Hietaniemi e la penisola di Seurasaari, lungo una via che si affaccia sul mare. Questo incanto sta lì dalla fine del xix secolo, un luogo lontano dal tempo, di cui rivelo solo il nome, Cafè Regatta, perché soltanto sul posto si riesce a comprenderne davvero la magia che lo racchiude. Se passate per Helsinki, un giorno, questo locale è una tappa obbligatoria, se pervade in voi uno spirito romantico.
Una curiosità: nel mio peregrinare tra i coffee shop e i kahvila della città, in un paio di occasioni mi è capitato di trovare in vendita, esposti in prima fila sugli scaffali, alcune confezioni di caffè della Mokaflor, torrefazione italiana che conosco molto bene, in quanto è la diretta interessata alla gestione di questo blog dove ora sto scrivendo. Naturalmente ho scattato una foto ad immortalare questo evento e subito indicato agli addetti alla vendita, nel locale in cui mi trovavo, che io conoscevo molto bene questa torrefazione e che ne ero un grande estimatore.
In quei giorni ho avuto inoltre modo di visitare anche l’orto botanico della città, dove in mezzo a piante di ogni tipo, in un viaggio attraverso la natura del mondo, trovai anche due piante di caffè molto interessanti : la Coffea Canephora, detta Robusta, in questo caso proveniente dal Congo, e la Coffea Arabica, qui proveniente dall’Etiopia. Fu impressionante scoprire subito la differenza tra le due piante, sia dalle foglie e dall’intrigo dei rami ( i fiori invece non erano ancora germogliati ) che dall’arbusto nella sua completezza. L’Arabica aveva una forma più complessa, sinuosa ed elegante, la Canephora, dal canto suo, rivelava una praticità ed una resistenza non indifferente, era più grezza e … oserei dire, robusta, da cui appunto deriva il nome.
Ma il viaggio non si era ancora concluso.
Un pomeriggio di freddo e di pioggia, uno di quelli che a luglio in Italia non troveremo mai, mi avventurai in bicicletta verso la sede, ad Helsinki, della torrefazione Paahtimo, altro nome importante nel settore della produzione artigianale. Entrai come un invasato, per via del temporale che avevo incontrato lungo la strada, ma anche qui, come sempre, separato l’ingresso mi aspettava un mondo nuovo: gli spazi interni erano rivestiti interamente in legno, con panche rudimentali su cui sedersi, vecchi macinini di caffè esposti, quadri d’epoca e moderne macchine per l’estrazione del caffè e per la macinatura. Bevvi un espresso, dal gusto fresco ed intenso, con una buona d’acidità e toni cioccolatosi, un 100% Arabica da applausi. Passai un po’ di tempo a conversare in un inglese maccheronico, il mio, con la simpatica ragazza che mi aveva servito ( tra l’altro, non c’era un bancone che separava il barman dal cliente ) che mi indicò la seconda sede di questa micro torrefazione, situata a Porvoo, una romantica cittadina distante circa 30 km da Helsinki, dove si trovano, affacciati sul lungofiume, i famosi magazzini in legno, colorati di rosso, che spesso si vedono nelle immagini turistiche della Finlandia. Io seguii il consiglio ed il giorno dopo, insieme a mia moglie, andammo a Porvoo, dove passammo una bella mattinata, in visita alla città, scoprendo gli affascinanti spazi interni di questi magazzini, ora adibiti a piccole mostre d’arte e negozi d’antiquariato, fermandoci a mangiare in un ristorantino che si trovava sempre in quegli ambienti. Fermata di rito, ovviamente, fu da Paahtimo, dove ritrovai nel caffè il gusto e gli aromi assaggiati il giorno prima.
Eravamo quasi al termine della nostra vacanza e già un’onda di nostalgia sembrava travolgere i miei sentimenti, al punto che pensai ad un modo per restare in ogni caso legato a questa terra, in cui avevo scoperto una cultura riguardo al caffè che qui da noi difficilmente mi è capitato di incontrare. Scrissi così una mail all’ambasciata italiana che si trova in Finlandia ed a quella finlandese che ha sede in Italia. Mi risposero entrambe, dandomi ciascuna delle indicazioni per avviare dei rapporti commerciali con questa nazione, in modo da vendere alcune miscele del mio caffè, tostate ed elaborate esclusivamente per il mercato estero. Ho contattato i responsabili di aziende che si occupano di scambi commerciali tra Italia e Finlandia, inserendo i produttori nei loro canali di vendita, e incontrato di persona i gestori di alcune graziose botteghe, ad Helsinki, come Signora Delizia e La Tartufata, che importano solo prodotti italiani, di qualità, naturalmente. Così ho avuto la fortuna di conoscere Tytti, moglie di un italiano trasferitosi in Finlandia anni fa, e Gianluca, titolare di La Tartufata, con cui ho fatto una piacevole chiacchierata.
Il resto della vacanza è un ultimo passo da turista, in giro per Tallin, in Estonia, e poi di nuovo ad Helsinki, a bere una tazza fumante di caffè, seduto con mia moglie sui tavolini esterni di un bar, ad osservare il mare, le nuvole onnipresenti, i piccioni, respirando l’aria di un viaggio indimenticabile. Per concludere, con quel poco di finlandese che ho imparato in queste due settimane, volevo dire Kiitos a tutti i finlandesi che hanno contribuito a rendere magica questa vacanza e ad Ester, mia moglie, per aver insistito su questo viaggio, in cui ho scoperto un nuovo modo di bere il caffè. Che altro dire … moi moi a tutti !
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