Bilanciato e piacevole. Una torrefazione fiorentina ci porta ad assaggiare un bel caffè per il consumo quotidiano nei bar…
A Firenze non è un problema assaggiare i caffè fiorentini, e non è stato quindi difficile provare, con tutti i crismi e nella nostra scuola, la miscela Mokaflor pacco oro, nome commerciale della miscela 80/20.
80/20, dicevamo, la formulina arabica/robusta che trova molto senso con le nuove etichette presentate dalla torrefazione (che vedete nella foto) che raccontano, una volta tanto nel dettaglio, le varietà, il processo di lavorazione e la zona di produzione del caffè, ci lasciano finalmente entrare “dentro” la tazzina. Dimenticavo, l’etichetta ci dice anche che il caffè è certificato Bio ed equo e solidale…
Finito di parlare del packaging veniamo a parlare dell’assaggio vero e proprio, che è stato valutato con il consueto schema di valutazione SCAE che trovate spiegato in questo post. Stavolta la miscela è stata provata nella nostra scuola, e sulla tecnica del barista, sia come purge, come pulizia del portafiltro, velocità di estrazione e tecnica di tamping, non c’è davvero niente da dire, se sarà buona e cattiva, la colpa sarà solo della miscela.
Barista di qualità e caffè che sta al gioco, dandoci un espresso all’altezza. Il “visual aspect” del caffè ci parla di una crema con un bel color nocciola e piacevoli sfumature, la crema ha buona elasticità e una corretta persistenza.
All’olfatto l’aroma è mediamento intenso e presenta note di caramello, leggera vaniglia e lievi note speziate, il 20% di robusta riportati in etichetta e percepibili nel corpo, non portano in tazzina quelle sgradevoli sensazioni di terra o legno che questi caffè tendono facilmente a dare.
Al gusto l’espresso, senza essere straordinario, è comunque ben equilibrato, una leggera acidità, un buon corpo (come abbiamo già detto) e un piacevole livello di amaro; forse non una tazza per chi cerca la “gourmet cup” ma sicuramente un ottimo caffè per il consumo al bar di ogni giorno.
Il voto finale è 7, e un mezzo punto in più potrebbe averla la comunicazione in etichetta…
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