Simone Celli visita il Mumac, il museo della macchina da caffè allestito all’interno di Cimbali.
Il Mumac (Museo della Macchina da caffè) è stato allestito da Cimbali, in occasione del centenario della sua fondazione in un’area riqualificata e restaurata dello storico stabilimento di Binasco, alle porte di Milano e ci consente di effettuare un viaggio lungo un secolo, il ‘900, attraverso l’evoluzione, sia tecnologica, che estetica delle macchine da caffè.
Dopo essere stati accolti da una M100, modello celebrativo dei 100 anni della cimbali, posizionata proprio all’ingresso, e aver degustato un buon espresso inizia il percorso strutturato in 6 sale, approssimativamente divise per ventenni. L’esposizione è composta dalla collezione privata “Maltoni” (sicuramente una delle più complete al mondo) e dalla collezione Cimbali. Sono esposte macchine di tutte le aziende che hanno fatto la storia di questo settore.
La prima sala è quella “degli albori” che rappresenta il periodo dal 1900 al 1920 con le prime macchine da espresso come quella brevettata da Luigi Bezzera nel 1901, macchine a colonna in stile liberty, molto decorate e affascinanti, una delle quali posizionata su un bancone dell’epoca restaurato che rievoca l’atmosfera di un locale del tempo.
La successiva sala è dedicata all’Epoca razionalista, un ventennio, quello che va dal 1920 al 1940 di difficoltà politiche ed economiche nel quale anche le macchine da caffè, si adeguano allo stile dell’epoca diventando più severe e geometriche pur mantenendo il sistema di estrazione a vapore che comportava un caffè “bruciato” ed estratto con una pressione che non permetteva la creazione della crema. (Simile alla moka, altro progetto dei primi del ‘900)
Per avere un caffè cremoso si dovrà attendere il primo dopoguerra, al quale è
dedicata la terza sala, con l’invenzione delle macchine a Leva da parte di Achille Gaggia. In questa sala si trova una ricostruzione fedele di un bar anni ’50 con un bancone “Cimbali” dell’epoca sul quale troneggia una macchina a leva Faema Urania e un jubox a 45 giri. Attorno a questo “bar” sono esposti modelli “a leva” che producevano “l’infuso idrocompresso di caffè” o “Crema caffè”, macchine che da verticali diventano orizzontali e quindi più comode e ergonomiche, modelli unici come la Pavoni Diamante (la nostra preferita!!) la bellissima Faema Marte e tanti altri veri e propri gioielli progettati da designer quali Gio Ponti, Bruno Munari, Enzo Mari… ognuno con la sua storia da raccontare.
Proseguendo il viaggio si arriva nella quarta sala si viene accolti da quella macchina che rappresenterà la svolta nella storia della macchina da caffè, la mitica Faema E61, la cui tecnologia a scambiatore di calore è tuttora utilizzata in buona parte delle macchine da caffè che si trovano nei nostri bar. Questa è la sala del Design, rappresenta gli anni 60/70, periodo nel quale le macchine da caffè passano dal banco al retro banco con rilevanti cambiamenti estetici e si sperimenta l’utilizzo di materiali come la plastica e l’acciaio inossidabile.
Nellla quinta sala si trovano i modelli che ci hanno accompagnato nel nuovo millennio, l’elettronica fa il suo ingresso nelle macchine da caffè, i microprocessori, la programmazione delle dosi e le prime superautomatiche.
L’ultima sala, nella quale sono esposte le macchine più nuove e tecnologiche che portano il gruppo Cimbali ad affrontare il futuro come la M100 e la Faema Emblema, fa da introduzione al cuore del Museo, un suggestivo esploso della M100 sospesa nella stanza
“rosso cimbali” che affascina e colpisce tutti i visitatori.In ogni sala oltre a una musica di sottofondo a tema, immagini dell’epoca proiettate su schermi interattivi, è consultabile l’immenso archivio digitalizzato di documenti che riguardano la macchina da caffè, dai primi brevetti ai giorni nostri. Accanto all’esposizione si trova un’ampio e attrezzato spazio per la formazione professionale e per la degustazione che ci proponiamo di visitare presto.
Se volete visitare il museo consultate questo sito.
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