È la macchina che colpisce di più il cliente, è un must vero e proprio e per molti, soprattutto nel sud, è l’unica macchina che permetta di ottenere il caffè perfetto (ma onestamente non siamo d’accordissimo). Stiamo parlando della macchina da caffè espresso a leva.
A questo tipo di macchine avevamo già dedicato questo post-recensione, ma torniamo a parlarne soprattutto per parlare di un video che abbiamo scovato, un video che ci mostra alcune interessanti procedure e trucchi di lavoro. Il video unisce una nota azienda italiana di macchine da caffè a leva ad una altra azienda thailandese (credo), probabilmente un loro esportatore.
Nella prima parte del video vediamo la notevole attenzione che il barista pone in una pressatura ben livellata. In questo caso, e contrariamente a quello che diciamo nei nostri corsi, la pressatura non è particolarmente forte, energica. Il barista infatti, come si vede, usa la tecnica del leveling, quella che consiste nel riempire completamente il filtro per poi toglierne la parte eccedente con un dito. Alla fine la quantità di caffè supererà probabilmente i 17/18 grammi, talmente elevata da non necessitare una pressatura troppo energica.
Una volta pressata la dose e pulito il bordo del filtro, il barista fa uscire un po’ di acqua dalla macchina, sia per eliminare tracce dei vecchi caffè dalle doccette sia per riequilibrare la temperatura dell’acqua, che in macchine di questo tipo può diventare troppo alta se non si estraggono espressi per alcuni minuti.
A questo punto entra in scena il concetto della leva vera e propria. Il barista abbassa la leva e prende le tazzine; in questo momento si sta svolgendo la cosiddetta preinfusione, una fase in cui l’acqua calda bagna il caffè, sul quale però non viene ancora esercitata pressione; in molte macchine (dipende dalla tecnologia) la preinfusione permetterà una più elevata corposità dell’espresso estratto.
La leva, rilasciata, comincia a esercitare pressione sul caffè e inizia ad estrarre l’espresso. Verso la fine dell’operazione il barista userà un cucchino per fermare il flusso di liquido mentre toglie la tazza, soprattutto al fine per evitare di sporcare la tazzina ma anche, forse, per evitare di spremere fino in fondo il macinato, rischiando così di estrarre sostanze amare e di ritrovarsi in tazzina la famigerata macchia bianca.
non mi sembra così superiore alle machine normali, fa più scena ma rallenta il servizio per il cucchiaino (lo trovo troppo scomodo)
Diventa lenta e la procedura macchinosa fin tanto che non si acquisisce maggiore padronanza della macchina e non è detto che occorre utilizzare per forza di cose il cucchiaino per evitare di sporcare le tazzine.
Il barista esperto di queste macchine utilizza la tecnica della “sospensione” della leva e contemporaneamente tira via la tazzina senza macchiarla e sempre quello bravo lo sa fare anche tirando via le due tazzine e sempre con una mano sola!
La macchina a leva, a differenza della semi automatica, non produce quel fastidioso sbuffo finale di caffè che fuoriesce dal beccuccio quando si spegne il gruppo e, a dirla tutta, personalmente, preferisco la tazza macchiata a quel fastidioso bottoncino bianco per giunta schiumato!
Buon caffè a tutti 😉
Quante inesattezze, per maggiori chiarimenti vi rimando qui:
http://caffeespressoitaliano.wordpress.com/2009/05/26/la-macchina-da-caffe-a-pistone-o-macchina-a-leva/
Buona lettura 😉
E’ vero, hai provato a lavorare con macchine “ibride” cioè nel mezzo tra le automatiche e le manuali, per intenderci qualle che hanno la levetta corta vicino al gruppo, vedi: Faema, Royal. esse si prestano prestano bene alla regolazione e personalizzazione dei parametri erenti all’estrazione.
Sul bottoncino bianco schiumato e per giunta pieno di sostanze amare di fine estrazione sono più che d’accordo!
Io da grande appassionato ma principalmente da consumatore preferisco di gran lunga il caffè estratto da una macchina a leva.
Di recente sono stato a Napoli e Salerno ed il caffè lavorato con queste macchine è stato strepitoso tanto che mi è venuta voglia di vendere la mia Izzo Alex Duetto…
Perchè non fare un post sulle macchine a leva “serie” ad un gruppo?
tra queste metterei: Quick Mill Achille, Bezzera Strega, Londinium I, Izzo Pompei, Bosco ecc.
Comunque il mio sogno rimane una Faema Lambro!
ciaoo
Io questo “marco” lo conosco! 😉
Pingback: UNA MACCHINA A LEVA DA CASA. RECENSIONE DELLA BEZZERA STREGA | Caffè espresso italiano by Gabriele Cortopassi
Io non la cambierei più per una “tradizionale”….molti clienti sono distratti e bevono qualsiasi cosa,altri(una minoranza)apprezzano la gestualità e il prodotto finale….
,silenziosa,non hai da fare il filtro cieco e le doccette durano una vita….
è necessario un po’ di fisico per usarla,e non permetto alle donne di toccarla,tranne che per montare il latte…
Concordo con Marco! Sono stata a Napoli la settimana scorsa e c’è un abisso tra il caffè fatto là con la macchina a leva e gli altri tipi di macchine per il caffè espresso.
“sia per riequilibrare la temperatura dell’acqua, che in macchine di questo tipo può diventare troppo alta se non si estraggono espressi per alcuni minuti” ma che sproposito scrivete qua? solo una macchina mal regolata necessita il “flush”…