Articolo interessantissimo scritto da Davide Cobelli sul Campionato Italiano Baristi Caffetteria (CIBC) svoltosi al Sigep.
Ciao a tutti ed eccomi qua, come alcuni sanno ho appena partecipato per la mia prima volta alle semifinali del Campionato Italiano Baristi Caffetteria (CIBC) svoltosi al Sigep di Rimini ed organizzato da SCAE Italia.
Vorrei condividere con voi le mie impressioni e le mie emozioni.
Ho conosciuto Scae Italia pochi mesi fa, da subito mi era sembrata una realtà interessante e ben strutturata (io sono già da 4 anni socio IIAC ed ho partecipato ai corsi organizzati da loro e da INEI che devo dire sono sempre ben fatti e molto molto utili per chi come me ama questo lavoro, il BARISTA).
Dentro di me da quando sono entrato nel mondo del bar/caffetteria nel 2006 c’è sempre stata una sana curiosità di approfondimento, di miglioramento e di crescita professionale, questo ti spinge a cercare, modificare, crescere, rivedere i tuoi parametri di giudizio e aver voglia di ascoltare ed apprendere, da sempre sono convinto che nel settore Caffetteria in qualche punto della filiera “Caffè” (e spesso anche in più punti della stessa!) ci sia qualche cosa che non va, altrimenti non mi spiego caffè imbevibili e mal serviti come spesso accade.
Come dicevo, da qualche mese ho conosciuto il circuito SCAE e all’inizio pensavo che sicuramente un diploma in più e delle lezioni tenute da professionisti non potessero che giovare al mio spirito e alle mie conoscenze, era il modo anche di conoscere di persona delle sorte di “miti” che fino a qualche tempo prima vedevo solo in TV o nel Web, ribadisco che ho una sete infinita di conoscenza e questo probabilmente, inserito nel contesto che più mi piace, va si che la mia voglia di imparare ogni giorno accresca sempre di più.
All’ inizio di Dicembre faccio il primo e il secondo livello degli esami SCAE, lungi da me il solo pensare ad una gara davanti a giudici e pubblico!!!
Nel frattempo alcuni amicizie di rete che si sono create in questo periodo cercano di spingermi verso la direzione giusta, quella di partecipare.
In Dicembre vado a Firenze presso la sede de La Marzocco, dove si tiene una delle selezioni per le finali di Sigep, e li conosco di persona buona parte della famiglia SCAE vedo con i miei occhi ciò che è l’ambiente e percepisco con il mio corpo le sensazioni che ti da il volersi mettere in gioco (per la cronaca vedo gareggiare Eddy Righi, Elisa Molle, Davide Berti, Fabio Menichelli, Walter Chiacchierini.. oltre ad altri.. CHE SPETTACOLO!), conosco di persona Andrea Antonelli Campione Italiano Latte Art, Francesco Sanapo Campione Italiano in carica CIBC, Mariano Semino CAmpione italiano 2007, il presidente Giovanni Savaresi.
Li percepisco che forse vale la pena di mettere alla prova i propri limiti, le proprie paure e le proprie conoscenze, un modo anche di dire a tutti il rispetto che ho verso il Caffè.
Inizio la mia preparazione, intanto con il decidere che cosa voglio portare alla gara di Torino il 13 Gennaio quindi mi affido al mio datore di lavoro Steve Salomoni, che mi consiglia un monorigine Guatemala, dopo varie degustazioni insieme si decide che può essere il filo conduttore della gara.
Inizia l’ansia da prestazione, ma una cosa buona, positiva, comincio a cercare il meglio di me in ogni momento comincio a pensare che ogni caffè che servo ai clienti quotidiani possa essere un giudice della gara, sto attento ai particolari, ai dettagli, è uno stimolo a fare sempre meglio, temperature del latte, pulizia costante, tutti dettagli che molto spesso sono messi da parte o dimenticati, la cosa bella è che al lavoro da me si innesca una reazione a catena, io condivido con alcuni miei colleghi che sembrano percepire che in effetti la direzione giusta non è quella del pressapochismo ma della professionalità, quindi vedo in loro anche un cambiamento verso il miglioramento di se stessi.
Il lavoro in questa direzione è frenetico ed intenso, il tempo che manca alla gara è poco e quindi decido di portarmi il “lavoro a casa” ed acquisto attrezzature semiprofessionali anche per casa (le professionali non sono alla mia portata economica), studio, penso, rifletto su cosa potrà e dovrà essere il “Signature Drink” da portare alle selezioni (è un po il Cavallo di battaglia, ciò che è differente in tutti i partecipanti, una bevanda a base Espresso personalizzata), alla fine mi convinco che seguire le sfumature del caffè che propongo con degli infusi appropriati per aumentare la percezione delle sue caratteristiche sia la strada migliore, un po come si fa al ristorante con un vino del resto.
Arriva il giorno delle selezioni a Torino e con mia moglie, sempre al mio fianco, salgo sul palco dell’auditornium davanti ad un bel po di persone pronte a giudicarmi, le gambe che tremano, una preparazione minuziosa al mattino di tutte le attrezzature, tazze, tazzine, tovaglie, ecc… In gara da subito ho la mente offuscata, la tensione e l’emozione mi annebbia la vista ma dall’altra parte sento un calore sprigionarsi dentro di me, voglia di mettermi a far caffè e voglia di far sentire a tutti quanto io ami questo lavoro, la mente passa in modalità “pilota automatico” e comincio a spiegare le mie scelte e a far caffè e cappuccini, alla fine sono esausto ma soddisfatto, guardo mia moglie che ha gli occhi lucidi e mi convinco che ho dato il massimo, mi convinco che ho reso orgoglioso mio padre che dall’ alto mi guarda (amante anche lui del caffè quanto e più di me, a volte penso che sia grazie a lui che amo ciò che faccio).
Abbandono il terreno di gara tra inaspettati complimenti ed elogi, io che pensavo di aver fatto una gara dignitosa ma mediocre, fatta di inesperienza e sbagli.
Con mia moglie faccio un giro per la bella Torino, affascinante città industriale che non avevo mai visitato.
Al mio ritorno all’ auditorium ci sono le premiazioni, fa comunque piacere ricevere un diploma di partecipazione (dentro di me spero che non scrivano, dal 3° in poi, la classifica sul diploma…) invece con incredulità e sorpresa risulto 5°, CHE EMOZIONE!! Non finisce qui… Andrea Lattuada, coordinatore SCAE italia annuncia i nomi di chi andranno alle Semifinali di Rimini, io non ci penso nemmeno lontamente, mancano 10 giorni mi dico, e poi al di là della bela esperienza mi manca tutto, idee, esperienza, bravura… solo dopo che dice anche il mio nome mi accorgo che dall’emozione scende una lacrima (forse due..) incredulo ringrazio e abbraccio mia moglie… ma adesso mancano 10 giorni per prepararsi davanti ad un folto pubblico e ad una giuria… mi sento mancare ma spingerò fino in fondo!!!! … La seconda parte sarà pubblicata mercoledi.
testi e immagini di Davide Cobelli
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Articolo molto interessante! Complimenti Davide!
Oggi, dopo pranzo, mentre mi dilettavo a scuotere i rami di origano, il mio pensiero è andato a Davide e d’istinto mi è partita una risata perchè questa mattina mi ha fatto notare che eravamo in corrispondenza via web su ben tre fronti diversi, sia sulle pagine di questo blog che su fb tra messaggi in pvt e bacheca… se ci penso ancora rido! 🙂
Nel pensare a lui ed alla sua memorabile impresa non ho potuto fare a meno di riflettere sulle sue capacità di intraprendere e di mettersi in discussione e farlo tuttavia con umiltà che è tale solo di coloro che approcciano al mondo del caffè, ma non con l’arroganza del saccente e con tanta passione di fronte alla quale nulla ha potuto neppure la stressante routine a cui è sottoposto Davide quotidianamente.
Di una competizione come quella che lo ha visto protagonista, una volta calato il sipario, ci si ricorda solo del vincitore, ma l’onore ed i riconoscimenti vanno a te ed a tutti coloro che dal nulla sanno tirare fuori l’espressione dell’arte.
Complimenti Davide!
Sono commosso Raffaele, le tue parole mi toccano l’anima perchè hai centrato in pieno ciò che provo per il Caffè.
P.s. chiedo scusa a tutti per gli errrori ortografici ma non ho volutamente riletto l’articolo prima di inviarlo, non ho voluto ritoccare ciò che mi era uscito come un fiume in piena dal cuore. 🙂