Ormai non è più così raro che anche un cliente italiano chieda un caffè americano, e non è raro, anzi è normale, che il caffé che gli viene servito (senza che lui si sorprenda, anzi) sia in realtà un espresso allungato con acqua calda.
L’espresso diluito con acqua calda è la versione polite del famoso “sciaquone” e rispecchia esattamente l’idea che gli italiani hanno del caffé americano: acqua sporca.
In realtà il caffé americano (o filtro) non ha niente a che fare, e non vuole averlo, con l’espresso. È un modo assolutamente diverso di preparare il caffé. (Ma ne siamo così sicuri? leggete qui!)
Teniamo conto che se il caffé americano è un infusione, l’espresso è invece una emulsione. Se il primo infonde le sostanze del caffé in acqua, il secondo, grazie alla pressione, emulsiona i grassi e le proteine della polvere in un fitto e corposo reticolo (proprio così si presenta al microscopio elettronico) di cui percepiamo in bocca la corposità.
Diversa preparazione per un diverso modo di godere il caffé. Il caffé americano nasce infatti per una diversa forma di consumo. Se l’espresso si beve dopo pranzo, o per un shot di energia, il filter o “drip” coffee si usa per accompagnare il pranzo o si sorseggia in lunghe ore di lavoro.
Di fatto non si tratta di un caffé più cattivo, nel senso della qualità dei chicchi. Nella preparazione di questo tipo di caffé si usano volentieri caffé arabica lavati di ottima qualità, anche se non fortissimi di corpo.
Un’altra leggenda da sfatare: nel caffé americano può esserci più caffeina che nell’espresso, ma questo dipende da quanti grammi ne vengono impiegati, e non da tipo di preparazione. La caffeina è nel caffé, non nella macchina
E se volete servire il vero caffé americano nel vostro bar perchè non comprare una piccola macchina per prepararlo? Le ho viste in giro anche ad una quarantina di euro o magari potreste provare a proporre nuovissimi sistemi di estrazione come questi.
Caffé americano
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Assolutamente daccordo, sarebbe carino abbinare una piccola macchina Filtro alle preparazioni quotidiane a base espresso, sopratutto nelle zone turistiche o con una buona incidenza di turisti, non per sostituire L’Espresso, ma per abbinare un prodotto diverso. L’investimento è proprio ridicolo del resto.
L’unica cosa che vorrei agguingere è che poi dovete troavre un Caffè adatto per il filtro americano, sia come tipologia (miscela o monorigine che sia) sia come macinatura che normalmente è un po’ più grossa della nostra Moka.
Questo, come nell’Espresso, per evitare di estrarre sostanze “cattive” dal caffè che infondete.