YEMEN
Moka (o Mocha) è per gli americani un caffè con cioccolato, per altri un tipo di arabica e per noi italiani la caffettiera doi ogni giorno. Ma da dove proviene il nome Moka?
Per ogni massaia italiana la parola moka/mocha ha un significato ben preciso: la caffettiera che dopo pochi minuti sul fuoco comincia a bolllire con il caratteristico rumore, e a darci il caffè della mattina o del dopopranzo. Eppure il nome Moka nel mondo ha le più diverse sfumature e significati, tutti relati al mondo del caffè.
Chi ha visitato gli Stati Uniti e comunque le caffetteria all’americana saprà infatti che in queste caffetterie il caffè moka è invece una specie di caffè latte, fatto con un terzo di espresso e due terzi di latte montato versati su una base di cioccolata calda, a volte fondente a volte addirittura bianca. Alcuni caffè moka che abbiamo trovato in giro avevano panna montata, cannella o cacao spolverato o le Marshmallows (sorta di caramelline morbide colorate) come guarnizione.
Per gli addetti ai lavori del mondo del caffè Moka/mocha è invece una specie di arabica, coltivata soprattutto in Etiopia e Yemen, con una buona acidità, un’intensa speziatura e, in certi casi, note di vino e di erba.
Moka qualcosa, infine, è il nome di molte torrefazioni italiane, Mokarabia, mokavan,Mokaflor e altre.
Ma perché il nome Moka è così legato a quello del caffè? Il caffè, agli inizi della sua storia commerciale, era esportato soprattutto da un porto dello Yemen, nella penisola araba, che si trovava proprio di fronte all’etiopia, da cui il caffè proveniva, una posizione perfetta per diventare porto di riferiemento per l’esportazione del caffè. Il porto, e la città, si chiamava in arabo Al makha, per gli europei: Moka/Mocha
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